floriterapia

Filosofia E.Bach

Vita e Opere

Il dottor Edward Bach (1886-1936) patologo, immunologo e batteriologo, abbandonò una carriera di successo nella scienza tradizionale per dedicarsi completamente allo studio della medicina naturale. A partire dal 1928, nei sentieri e nei campi delle natie campagne inglesi, individuò gran parte dei rimedi che lo hanno poi reso famoso in tutto il mondo e che sono appunto conosciuti come i Fiori di Bach. Le notizie biografiche sono tratte dallo scritto di una delle sue dirette collaboratrici, Nora Weeks ( The Medical discoveries of Edward Bach physician).

1888-1900 E.Bach nacque il 24 settembre 1886 a Mosley, vicino a Birmingham, durante le vacanze scolastiche si recava con la sua famiglia nel Galles dove, a diretto contatto con la natura, imparò ad amare piante e animali. In quegli anni nacque in lui la vocazione di fare il medico.

1914 dopo essersi iscritto all’università di Birmingham ottenne a Londra il diploma di Public Health.

1915-1921 la frequentazione degli ospedali come tirocinante lo portò ad osservare le modalità di reazione alla malattia dei pazienti e le loro svariate personalità. Decise di dedicare i suoi sforzi in campo immunologico e concentrò le sue ricerche sulla flora batterica intestinale non patogena, ritenendola un indice della tossicità organica. Preparò dei vaccini che ottennero discreti risultati. Nel 1917 ebbe un’emorragia e fu operato d’urgenza dove riscontrarono un tumore e gli diedero tre mesi di vita. Dopo il primo disorientamento, si rituffò nei suoi studi ed esperimenti e i tre mesi …. passarono.

1922-1928 lesse Hahnemann e le acquisizioni omeopatiche portarono nuova linfa al suo lavoro di microbiologia. Preparò allora dei nosodi da somministrare per via orale distinti in sette gruppi bacillari, di seguito si dedicò alla ricerca delle corrispondenze possibili fra l’azione delle piante medicinali e dei nosodi e soprattutto la necessità di considerare primariamente la personalità individuale e di ricercare su questa base i fitorimedi. Si recò in Galles dove trovò le prime piante e delle quali preparò i rimedi nel suo laboratorio.

1929-1936 decise di delegare ad altri le ricerche microbiologiche e di chiudere il suo frequentatissimo studio. Si ritrovò solo, con coraggio partì per trasferirsi nel Galles dove avrebbe potuto continuare la ricerca di piante nelle sue camminate in campagna. Un aneddoto curioso: quando andò in Galles , scoprì suo malgrado di aver scambiato la sua valigia, con una che conteneva scarpe…..scarpe che gli sarebbero servite per le sue camminate nei campi. Le sue qualità di immaginazione, ispirazione, intuizione con la Fonte Divina Originaria lo portarono ad intuire lo stretto nesso tra gli stati d’animo dell’uomo e i fiori (messaggeri attraverso colori, forme, profumi) e le loro virtù di cui sono portatori. Individuò i fiori corrispondenti ai Dodici Guaritori, pubblicò il libro” Guarisci te stesso”, dove presenta con chiarezza e semplicità le cause della malattia e i modi per ottenere una reale guarigione. Nonostante ostacoli e rifiuti pubblicò sui giornali a larga diffusione popolare le sue scoperte e per questo l’Ordine dei medici lo cancellò dai suoi registri. Nel 1932 ritornò a Londra dove scrisse “Libera te stesso”e negli anni successivi ampliò la rosa dei suoi fiori.

Il 27 novembre del 1936 lasciò questa terra nel suo letto di olmo, fabbricato da lui stesso, nel cottage di Mount Vernon, a Sotwell.


Il vero guaritore è dentro di noi, è quella scintilla divina che ci assiste e che può garantire la nostra realizzazione umana” – E.Bach

Felicità è seguire la propria strada, è fare ciò per cui siamo nati, è raccontarsi la verità, è aiutare gli altri nella loro stessa realizzazione, rinunciando ai pregiudizi e al proprio immediato tornaconto. Seguire la propria voce interiore. La semplicità è un pregio della natura per chi sa affinare il proprio sguardo, comprendere il colore della propria vita, vivere con gioia e armonia il cammino che va dalla nascita in poi, sapendo che tutto ciò che esiste attorno a noi è stato disposto perché ne sappiamo assaporare gli aspetti positivi.
Così come un giorno di pioggia può essere uggioso se il nostro stato d’animo è malinconico, può diventare momento di pace e raccoglimento se ci sentiamo sereni e felici. La libertà non è qualcosa che si conquista, già esiste in noi: basta saperla far scaturire; il dolore è un severo insegnante che ci indica che stiamo deviando dal nostro cammino. E’ nello stato di salute che troviamo la certezza che stiamo svolgendo appieno il compito della nostra vita. Ognuno di noi ha una missione divina in questo mondo, e le nostre anime utilizzano le nostre menti e corpi come strumenti per compiere questo scopo, cosicché quando tutti e tre lavorano all’unisono il risultato sarà la salute e la felicità perfetta.
La verità non ha bisogno di essere analizzata, discussa con tante parole; è riconosciuta in un lampo, fa parte di te.
La malattia non è una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più grossi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo dovuto ma scostarci. E Bach

In noi stessi giace tutta la verità…

Quante volte sentiamo una spinta dentro di noi, una voce, un desiderio, un anelito che vorrebbe essere espresso, vissuto nella spontaneità e nella libertà di essere. Quante volte, nonostante tutto, ci raccontiamo scusa, vediamo ostavano la nostra creatività, e così accantoniamo la parte vera di noi.
La paura di sbagliare, di fare soffrire chi ci sta vicino, di non essere accettati, di perdere qualcosa che pensiamo di possedere…. la paura ci costringe al ritiro di noi stessi, ecco che la nostra Verità non si manifesta e diventiamo altro da noi, compiendo il primo vero tradimento verso la fedeltà a se stessi. Non essere fedeli a se stessi, non raccontarsi la verità porta ad essere falsi agli altri, perché qualsiasi scelta abbiamo compiuto non è in linea con la nostra Verità. Non potremmo mai sentirci liberi nella vita in questo modo, prigionieri di falsi concetti di Amore.
L’Amore è espansione, è movimento, è apertura, è predisposizione alla vita, aprirsi all’esperienza di questo dono pronti anche a soffrire ma liberi di essere veri. Veniamo al mondo con questa spinta desiderosi di essere liberi nella nostra autenticità e il nostro corpo, questa nave meravigliosa che scegliamo per compiere il viaggio della vita, è qui pronto per comunicare con noi. Se con il cuore non sentiamo più il nostro spirito, il corpo ci parla, ci guidaci illumina, ci urla attraverso sintomi e disagi.
Il nostro corpo porta malesseri per comunicare che non stiamo vivendo la vita che vorremmo che non siamo felici, che non c’è gioia di espansione amorevole. Non adiriamoci dunque se ci ammaliamo, rendiamo grazie e cerchiamo di capire cosa la nostra scintilla di vita vuole dirci, dove stiamo sbagliando, cosa succede, perché abbiamo dirottatola nostra nave. o forse stiamo navigando sulla nave altrui e non ce ne siamo mai accorti? Ogni sintomo ci lancia un messaggio, come ogni parte del corpo colpita dal disagio offre un’interpretazione; occorre dunque conoscere il nostro corpo, avere la mappa del territorio per poter attraversare l’oceano e proseguire il viaggio.
Un raffreddore può essere la nostra rabbia inespressa, o il bisogno di isolarci dal mondo esterno, un dolore alla gamba può dirci forse che non vogliamo andare in una certa direzione che ci pare imposta e comunque non coincide con la nostra verità interiore. Il dolore che spesso rifiutiamo e dal quale cerchiamo di sfuggire è un severo insegnante che ci rimprovera di aver dirottato la Vera Volontà dell’Anima.
Ci richiama all’ordine della Vita che merita di essere creata nella spontaneità e nell’innocenza, non nell’ignoranza.

Quanto ignoriamo noi stessi?

Impariamo ad ascoltare, ad interpretare il nostro corpo, impariamo a leggere tutto ciò che durante il giorno viviamo e scopriamo i messaggi, i segnali che l’energia vitale ci offre: un semaforo rosso mentre stiamo andando ad un appuntamento, le parole di una persona che incontriamo… ogni movimento diventa così comunicazione e vibrazione.
Ascoltare, osservare… i nostri sensi sono qui a disposizione er la lettura della vita che incontriamo ogni giorno e si presenta a in inuma magnifica avventura da seguire con il cuore per esprimere la nostra Verità.
Quale meraviglia avventurarsi alla scoperta della perla racchiusa dentro di noi. Cerchiamo di scoprire il nostro ostacolo e impariamo a non fargli guerra, ma bensì coltivare la virtù opposta. Il malessere svanirà perché la sua presenza non avrà più senso di esistere, se impariamo la lezione e superiamo l’ostacolo. Certo la vita è movimento, e come tale ci proporrà sulla nostra via ostacoli da superare, non scoraggiamoci se ogni tanto faremo degli scivoloni, manteniamoci in noi la fiducia e la perseveranza del nostro cammino e ne seguirà felicità e salute.

ALCUNE CONSIDERAZIONI FONDAMENTALI SULLA MALATTIA E SULLA CURA (Homeopatic World, 1930)

Per riuscire a comprendere la natura della malattia occorre riconoscere alcune verità fondamentali. La prima è che l’uomo ha uno Spirito che è il suo vero Io, un essere Divino, potente, generato dal Creatore di tutte le cose…… La seconda verità è che noi, così come ci percepiamo in questo mondo, siamo quaggiù al fine di acquisire tutte le conoscenze e tutte le esperienze che ci è dato fare attraverso l’esistenza terrena, di sviluppare le virtù che ci mancano e di eliminare quello che in noi è sbagliato. Lo Spirito sa quale contesto e quali circostanze ci consentiranno meglio di ottenere tutto ciò, quindi ci colloca nel luogo più adatto per raggiungere tale fine. In terzo luogo, dobbiamo renderci conto che il breve passaggio su questa terra, che noi conosciamo come vita, non è che un attimo del nostro percorso evolutivo- come un solo giorno di scuola a paragone di tutta una vita…… Segue una quarta importante verità: finché il nostro Spirito e la nostra personalità sono in armonia, tutto è gioia, pace, felicità e salute. Quando, invece la personalità è sviata dal sentiero tracciato dallo Spirito, sia a causa delle nostre passioni sia a causa di influenze esterne, nasce il conflitto, che è la fonte di ogni malattia e di ogni infelicità. Non ha importanza cosa siamo nella vita – lustrascarpe o monarca, proprietario terriero o contadino, non ha importanza se siamo ricchi o poveri- finché svolgiamo il nostro compito secondo i suggerimenti della nostra Anima, tutto andrà bene. E possiamo perfino essere certi che, qualunque sia l’ambiente in cui veniamo a trovarci, elevatissimo o molto modesto, esso contiene in sé le lezioni e le esperienze che sono necessarie alla nostra evoluzione in quel preciso momento e ci offre le possibilità migliori per la nostra crescita individuale.

Un’ultima grande verità consiste nel riconoscere l’Unità di tutte le cose. Il Creatore di ogni cosa è Amore e tutto ciò di cui siamo consapevoli è, nel suo infinito numero di forme, sempre una manifestazione di quell’Amore, sia che si tratti di un pianeta o di un ciottolo, di una stella o di una goccia di rugiada, dell’uomo o della più umile forma di vita. Possiamo averne una vaga idea se pensiamo al nostro Creatore come a un grande sole che emana bontà e amore e dal cui centro si irradiano, in ogni direzione, un infinito numero di raggi. Alle estremità di quei raggi, noi, e con noi tutto ciò che percepiamo, siamo delle particelle emesse per acquisire esperienza e conoscenza che devono poi ritornare al grande centro. La separazione è impossibile perché non appena un raggio si stacca dalla sua fonte di luce cessa di esistere. In questo modo possiamo comprendere la loro interdipendenza: anche se un raggio può avere la sua individualità, esso è, tuttavia, parte del grande potere creativo centrale. Così qualunque azione contro se stessi o contro altri colpisce il tutto perché l’imperfezione che causiamo a una parte si riflette sull’insieme, e ogni parte dell’insieme deve alla fine diventare perfetta.

Vediamo che è facile quindi incorrere in due errori fondamentali: lasciare che si produca una dissociazione fra lo Spirito e la personalità, e il fare del male agli altri, il che è un peccato contro l’Umanità. Ciascuno di questi errori genera un conflitto che conduce alla malattia……. La malattia è di per sé benefica e ha come fine quello di riportare la personalità alla volontà divina dello Spirito; può dunque essere prevenuta ed evitata. Se potessimo soltanto renderci conto degli errori che stiamo commettendo, e se fossimo in grado di correggerli, con mezzi spirituali e mentali, non ci sarebbe alcun bisogno di conoscere la durezza della sofferenza……

… Due sono i grandi errori che possiamo fare: il primo consiste nel non onorare né rispettare i suggerimenti dello Spirito, il secondo nell’agire contro l’Unità…. Possiamo quindi concludere dicendo che, per i suoi stessi principi e nella sua vera essenza, la malattia può essere sia prevenuta che curata. E’ compito dei guaritori spirituali e dei medici fornire, insieme con i rimedi materiali, la chiave di lettura degli errori della nostra vita e i mezzi per sradicarli, ridando a colui che è malato salute e gioia. E.Bach

LA STORIA DEI VIAGGIATORI 1934 scritto da E.Bach “C’era una volta, e sempre c’era una volta, sedici viaggiatori che partirono per una gita attraverso una foresta. Al principio tutto procedeva bene, ma dopo che essi si erano un pò addentrati nella foresta uno del numero, Agrimony, cominciò a preoccuparsi che essi fossero nel giusto sentiero. Più tardi nel pomeriggio poiché erano nell’oscurità più profonda, Mimulus iniziò ad avere paura, paura che loro avessero perso la strada. Quando il sole tramontò e l’oscurità si esce più cupa e i rumori della foresta nella notte si facevano sentire attorno a loro, Rock Rose divenne pieno di terrore ed era in uno stato di panico. Nel mezzo della notte quando tutto era buio, Gorse perse tutta la speranza e disse: “Io non posso andare oltre; voi proseguite, ma io rimarrò qui e vivrò fino a che la morte mi libererà dalle mie sofferenze”. La quercia, d’altra parte, sebbene sentisse che tutto era perso e che essi non avrebbero mai più rivisto la luce del sole, disse: “Io lotterò fino all’ultimo”, e si agitò convulsamente. Scleranthus aveva qualche speranza ma a volte soffriva di incertezza e indecisione, che prima voleva prendere una strada e, quasi contemporaneamente, ne voleva prendere un’altra. Clematis si trascinava con calma e pazienza, preoccupassi così poco se stesse per sprofondare nell’ultimo sonno profondo o se stesse per uscire dalla foresta. Gentian a vote incoraggiava molto il gruppo, ma talora si sentiva in uno stato di sconforto e depressione. Gli altri viaggiatori non avevano mai paura, desideravano solo porvi un termine e, a loro modo, volevano tanto aiutare i loro compagni. Heather era molto sicuro di conoscere il sentiero e voleva che tutto il gruppo prendesse la sua strada. Chicory non aveva preoccupazioni sulla fine del viaggio ma era molto ansioso se i suoi compagni avessero indolenzimento ai piedi o se fossero stanchi o se avessero abbastanza da mangiare. Cerato non aveva molta fiducia della sua opinione e voleva cercare ogni sentiero per essere sicuro di non sbagliarsi, e il mite e piccolo Centaury voleva così alleggerire il fardello da essere pronto a portare il bagaglio di ognuno. Sfortunatamente per il piccolo Centaury, egli portava il fardello di quelli che erano capacissimi di sorreggere il proprio solo perché chiamavano a voce più alta. Rock Water, tutto infervorato per aiutare, avviliva un pò il gruppo perché tendeva a criticare dove essi stavano sbagliando e malgrado tutto Rock Water conosceva la strada. Vervain avrebbe pure dovuto conoscere abbastanza bene il sentiero, sebbene fosse diventato un pò disorientato, mostrava in continuazione l’unico modo per uscire dalla foresta. Impatiens, anche, conosceva bene il sentiero di casa, così bene che era impaziente con quelli meno veloci di lui. Water Violet aveva già percorso quella strada e conosceva la via giusta, e tuttavia, era un pò orgoglioso e un pò sdegnoso che gli altri non capissero. Water Violet li considerava un poco inferiori. E finalmente tutti attraversarono la foresta. Ora guidano gli altri viaggiatori che non hanno fatto la prima traversata, e, poiché sanno che c’è un sentiero, e poiché sanno che il buio della foresta è solamente l’oscurità della notte, essi passeggiano come “gentiluomini senza paura”, e ognuno dei sedici ospiti di passaggio insegna a suo modo la lezione, dando l’esempio necessario. Agrimony cammina a grandi passi in avanti libero da ogni preoccupazione, e scherza per qualsiasi cosa. Mimulus può sperimentare di non avere paura; Rock Rose nei momenti più bui è proprio un ritratto di coraggio calmo e sereno. Gorse nella notte più nera racconta del miglioramento che otterranno quando isole sorgerà di mattina. Oak sta fermo nella tempesta più violenta; Scleranthus passeggia con perfetta certezza; gli occhi di Clematis sono puntati con gioia alla fine del viaggio, e nessuna difficoltà o contrattempo può scoraggiare Gentian. Heather ha imparato che ogni viaggiatore deve passeggiare a suo modo e cammina a grandi passi con calma in avanti per mostrare che questo si può fare. Chicory attende sempre di dare una mano, ma solo quando richiesta, e quindi con calma. Cerato conosce proprio bene i piccoli sentieri che non conducono in nessun posto e Centaury cerca sempre il più debole che trovi il suo fardello pesante. Rock Water ha dimenticato di criticare, egli trascorre, appunto, tutto il tempo ad incoraggiare. Vervain non predica più a lungo ma indica silenziosamente la strada. Impatiens sa che non deve affrettarsi ma indugia fino all’ultimo per mantenere il loro passo; e Water Violet, più come un angelo che come un uomo, passa fra il gruppo come un soffio di vento caldo o un ragioni luce splendente del sole, benedicendo tutti.”